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In occasione della 25sima edizione de  ‘La corsa di Miguel’ abbiamo fatto una chiacchierata con uno dei nostri atleti più appassionati nonché grande conoscitore di questa competizione, Marco Giovannucci.

Marco vanta 40 presenze con la nostra maglia, gareggiando in competizioni come Maratona A, Maratonina A e B, Corsa su Strada 10km e 3000 metri.


Cosa rappresenta per te la Lazio e più in particolare la Lazio Atletica?

“Sono nato e cresciuto a pane e Lazio sempre! Crescendo con questi colori addosso ho sempre dato tutto me stesso per ‘la mia patria’, come mi è stato insegnato da bambino! Arrivato ad un certo punto della mia vita ho dovuto scegliere se continuare a seguire la Lazio oppure alla famiglia e al lavoro. Alla fine ho deciso, con un po’ di fortuna, di avvicinarmi all’atletica che per me era un mondo sconosciuto! Tutto è cominciato quando hanno trasferito la salma di Giorgio Chinaglia da New York a Roma e ci fu una messa alla chiesa in Viale Mazzini, vicino alla RAI, e io ero presente come in tutte le occasioni. Quel giorno mi sedetti accanto a due ragazzi, uno era Fabrizio Sardo, che erano i responsabili della Lazio Atletica e mi hanno aperto un mondo nuovo. Da lì è partita la mia avventura con la Lazio Atletica e nel giro di pochissimi mesi mi sono affermato come il ‘rappresentante della società’ in tutto e per tutto grazie anche al fatto che io sono abbastanza istrione alla simpatia e comunque all’essere sempre presente. La Lazio Atletica rappresenta la svolta della mia vita mentre la Lazio rappresenta il tutto, è un ideale, è un credo, è una dottrina. Credo anche a ideali come l’educazione, la fratellanza, il rispetto per gli altri e tutto questo mi riporta ad un precetto che regola un popolo di civile; e noi siamo un popolo civile!”


Hai qualche ricordo/aneddoto sulla Corsa di Miguel?

“La cosa divertente della Miguel è che è famosissima perché tutti quelli che la fanno per la prima volta, dopo un quarto d’ora o mezz’ora, scrivono sui social che hanno fatto il personal best, non considerando però che è un po’ più corta rispetto alla classica da 10mila. Al di là della battuta, la Miguel rappresenta la terza gara più importante di Roma dopo la Maratona da Roma a Ostia, forse alla pari dell’Appiarana ma sicuramente ci sono molti motivi per ben figurare e naturalmente io sarò sempre presente in queste manifestazioni per rappresentante la mia Lazio”.


Così consiglieresti ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo?

“Per i giovani sono strafavorevole a consigliare questa attività perché l’atletica e il podismo in particolar modo, fatto con sacrificio, è un modo di aggregazione, di fare sport sia con gli altri in gruppo ma anche da solo, un modo per distrarsi dai problemi giornalieri. La cosa importante del podismo e dello sport in generale è che in questo caso non gareggi per superare gli altri o per competere con gli altri ma con te stesso, questa è la cosa più importante da fare capire ai giovani. Quando fai queste gare gareggi contro te stesso”.